Echi dalla Tavola Rotonda AIARP di Cremona

Il magazine online di Cremona Musica dedica un articolo alla Tavola Rotonda organizzata in collaborazione con AIARP durante l’edizione 2021 di Piano Experience.
Ecco il testo dell’articolo, firmato da Anna Farkas:

 

Il 25 settembre, nella cornice di Cremona Musica, Luciano Del Rio è stato premiato con il Cremona Musica Award nella categoria ‘progetto’ per il lavoro svolto in questi anni come presidente di AIARP (Associazione Italiana Accordatori Riparatori di Pianoforti). Questo momento di gioia e riconoscimento è stato preceduto da unatavola rotonda sul pianoforte e l’accordatura alla quale hanno partecipato, oltre a Del Rio, altri due accordatori di AIARP, ovvero Giulio Passadori e Sergio Brunello, i pianisti Gaia Sokoli, Davide Cabassi e Roberto Prosseda– direttore artistico di Cremona Musica – e il giornalista Filippo Michelangeli.

 

Riconosciamo l’importanza dell’accordatore

Il confronto tra pianisti e i “dottori del pianoforte”, gli accordatori, si è rivelato particolarmente fruttuoso e ricco di spunti e progetti per il futuro. Essendo il pianista l’unico musicista bisognoso di un tecnico per accordare e supervisionare lo strumento che trova in loco prima di ogni concerto – ad eccezione di Arturo Benedetti Michelangeli che spesso si portava dietro il proprio Steinway – l’intervento dell’accordatore è essenziale, nonostante il suo lavoro spesso passi inosservato. Non sarebbe forse giusto considerare l’impegno dell’accordatore parte integrante della riuscita dell’esecuzione pianistica? Una delle proposte per colmare questa mancanza è stata proprio quella di apporre anche il nome dell’accordatore sul cartellone – proposta che i pianisti colloquianti hanno appoggiato.

 

Conosci il tuo pianoforte

Il fatto che l’accordatore rimanga spesso nella penombra rivela una problematica in realtà ben più grande, che riguarda l’impreparazione teorica del pianista di fronte al proprio strumento. Purtroppo, spesso i pianisti non sanno come è costruito il proprio strumento, come esso vada mantenuto correttamente e di quali tipi di intervento ha bisogno. Questa carenza di consapevolezza, che anche i pianisti presenti alla discussione hanno ammesso di avere, può rendere difficile anche la comunicazione tra tecnico e interprete, in quanto quest’ultimo può trovare fatica ad esprimere i cambiamenti che vorrebbe far effettuare nel caso in cui si trovi a suonare su uno strumento ostico. La tavola rotonda ha sottolineato che spetterebbe ai Conservatori garantire nel processo educativo dei pianisti la familiarizzazione con il proprio strumento, istituendo un corso complementare obbligatorio che approfondisca il rapporto anche teorico con lo strumento.

 

Un protocollo AIARP

La scarsa conoscenza di come si debba trattare un pianoforte fa anche sì che non si rispettino i suoi ‘bisogni’. Un breve esempio è stato fatto da Luciano Del Rio, il quale ha spiegato che nella preparazione di un concerto il pianoforte dovrebbe essere spostato già due giorni prima dell’evento al luogo prescelto, mentre questo non avviene praticamente mai. Una soluzione a queste problematiche oggettive ed organizzative potrebbe essere, come suggerito dagli esperti, un protocollo AIARP. Per curare queste lacune sono sorti alcuni suggerimenti per il futuro che, se potessero essere realizzati, renderebbero più solida la coscienza dell’importanza della figura dell’accordatore.

 

Un ruolo da formare

Dall’altra parte, come hanno sottolineato i rappresentanti dell’AIARP, in Italia non esiste ancora un percorso formativo per gli accordatori e ciò testimonia, purtroppo, la leggerezza con la quale l’importanza di questo mestiere viene trattato – mestiere, ricordiamo, senza il quale non potrebbe esistere nemmeno quello del pianista. Gli apprendisti accordatori devono partecipare a corsi dispendiosi all’estero per formarsi e perfezionarsi; si auspica però, ed è questa un’altra proposta sorta nella giornata, che presto vengano istituiti corsi specializzanti nei Conservatori per gli accordatori. Tale percorso potrebbe essere così uno tra i tanti che un pianista può intraprendere, considerando che maggior parte degli accordatori si forma prima come pianista, cominciando così la propria formazione già all’interno del Conservatorio.

 

 

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