Relazione Cavalese

Nallo RELAZIONE DEL CORSO DI CAVALESE 11/09  –  15/09/21017

Quello di settembre a Cavalese è sempre stato l’appuntamento tecnico più importante per gli associati Aiarp e, da qualche tempo, anche per i simpatizzanti, figure a metà fra il tecnico finito e il semplice spettatore, a causa dell’interesse dimostrato per la nostra professione, ma non ancora in grado di affrontare l’esame di ammissione.

Anche quest’anno, come nelle ultime edizioni, i corsi sono stati tenuti da soci Aiarp, che hanno messo a disposizione di tutti le loro capacità, il loro entusiasmo e, non ultima, una grande disponibilità a mettersi in gioco svelando i “segreti” della professione accumulati in anni di paziente lavoro e di attente osservazioni.

Lunedì 11/09

Ad aprire luned’ 11 settembre 2017 questa carrellata di valenti tecnici “nostrani”, a ridosso del saluto di benvenuto da parte del Presidente Luciano Del Rio, è stato un veterano che già altre volte, in passato, ci aveva esposte le proprie idee spingendoci ad un confronto vivace e costruttivo su temi sia tradizionali che innovativi. Si tratta di Giovanni Farina, impegnato ad esporci l’interessante correlazione tra l’accordatore e l’udito, tema a noi intrinsecamente correlato per ovvie ragioni.

Dopo una ben dettagliata introduzione riguardante la sottile anatomia dell’apparato uditivo, in cui è stata descritta la funzione delle componenti dell’orecchio esterno, medio e interno, e che ci ha consentito di vedere come ogni organo sensoriale del nostro udito sia strettamente legato ad un particolare fenomeno acustico e solo a quello, così da non interferire col lavoro degli organi adiacenti, Giovanni ha posto l’accento sulle sollecitazioni che giornalmente bersagliano le nostre orecchie. Mostrandoci con grafici e tabelle ciò che noi siamo in grado di percepire sensorialmente e intuire attraverso le valutazioni empiriche che il nostro lavoro ci porta a compiere, siamo venuti a conoscenza dei risultati che studi intrapresi decenni fa e proseguiti nell’arco di generazioni di scienziati hanno evidenziato. La sottigliezza di tali osservazioni ha permesso di definire in maniera meticolosa  fenomeni acustici altrimenti misteriosi, ma i cui effetti vengono apprezzati da chi, come noi, ha frequenti contatti con essi.

La preparazione, la capacità di tenere desta l’attenzione del pubblico e la simpatia di Giovanni hanno fatto sì che la mattina trascorresse velocemente finendo in uno scroscio di applausi per il relatore.

Nel pomeriggio Enrico Calebich, socio di più recente acquisizione, ci ha intrattenuti con un approfondimento tecnico riguardante le corde, vale a dire un tema di costante attualità per ognuno di noi, che presenta complessità impossibili da dipanare in una relazione di poche righe, ma che tenterò di riassumere con tutti i limiti del caso. Si è passati attraverso alcune considerazioni di metallurgia (Reticolo cristallino e relativi difetti, grani e dislocazione del carbonio nell’acciaio, deformazione plastica) e proseguito con le prove di sforzo, per arrivare alle sollecitazioni dinamiche e al diagramma di rottura dell’acciaio, passando poi per lo sforzo di taglio, di trazione, di flessione e di torsione, e ai sistemi per migliorare il comportamento  dell’acciaio sotto stress.

Successivamente Enrico ci ha parlato delle onde d’urto, della forza esercitata sulle punte del ponticello e dell’effetto dinamico del punto di percussione che, se erroneamente calcolato, provoca una non corretta trasmissione di energia alla corda causandone la  precoce rottura. Ci sono poi stati dati suggerimenti per un corretto assestamento delle corde nuove con particolare riferimento al calcolo della sovratensione da applicare ad esse, e per la fattura degli occhielli alla francese nel caso delle corde filate.

I meritati applausi ad Enrico hanno concluso la prima giornata di corso e ci hanno condotti verso una serata tra amici che condividono passioni tecniche e musicali, con canti e sonate al pianoforte fino alle ore “consentite”!

Martedì 12/09

Giulio Passadori, amico e socio Aiarp di vecchia data, ci ha fatto compagnia per tutta la giornata di martedì, parlandoci di due distinti argomenti, entrambi affascinanti: la riparazione di un telaio di ghisa fratturato e la messa a punto di un pianoforte da concerto sul palcoscenico.

A proposito del telaio, per la produzione del quale si utilizzano due differenti tipi di ghisa, e cioè sferoidale e lamellare, Giulio ha fatto una doverosa premessa, affermando che i sacri testi definiscono la rottura del telaio un evento drammatico e irreparabile, a motivo dell’impossibilità di garantirne la tenuta una volta avvenuta la saldatura. Tuttavia, il nostro obiettivo è il restauro dello strumento in tutte le sue parti, e quindi dobbiamo profondere il  massimo impegno affinché il lavoro eseguito sia di totale soddisfazione per tutti  e di più lunga durata nel tempo.

Nelle operazioni di questo tipo è essenziale che la temperatura del telaio sia omogenea, ragion per cui si dovrà provvedere a scaldare col cannello sia la piastra che la sabbia dove quest’ultima viene collocata. Una volta effettuata la saldatura si dovrà fare in modo che il raffreddamento avvenga il più lentamente possibile e senza sbalzi improvvisi, così da non causare traumi  che potrebbero dar luogo a cricche interne e conseguentemente a fratture una volta riarmato il pianoforte.

Strumenti riparati con queste modalità, riarmati e riportati alla  tensione di esercizio, hanno dato ottimi risultati e sono rimasti perfettamente integri e stabili anche dopo alcuni anni di concerti.

Giulio ha quindi proseguito nel suo intervento raccontandoci con quali criteri egli scelga i pianoforti della sua scuderia, come riesca ad individuarne le caratteristiche immaginandone immediatamente la destinazione d’uso: un strumento con voce scura e profonda non avrà infatti la medesima vocazione di un altro con timbro brillante e plastico, e dunque sarà destinato ad eseguire musica da camera, al contrario del secondo che affronterà il palco come solista. Come una mamma che chiama per nome i propri figli, Giulio “battezza” i suoi pianoforti con nomi diversi e, nel destinarli ai vari eventi concertistici, saprà  dire se Henry eseguirà il secondo concerto di Rachmaninov o se Robert accompagnerà un violoncello in Brahms!

Allo stesso modo anche la messa a punto dei diversi pianoforti avviene mettendone in risalto le specifiche caratteristiche, dopo aver individuato per ognuno di loro le qualità foniche ed i limiti oltre i quali non si possono richiedere ulteriori prestazioni: sarebbe sciocco, infatti, tentare di stravolgere la natura per ottenere risultati di poco conto e di breve durata; meglio assecondare l’individualità di ogni esemplare, soprattutto nell’intonazione, e magari affidarli a concertisti che ne sappiano valorizzare i contenuti creando un connubio di sicuro successo.

Grazie Giulio per averci comunicato il tuo grande amore per lo strumento e la passione che da sempre ti spinge a lavorare per la gioia di chi ti circonda!

 

Mercoledì 13/09

Con Gianni Bettin siamo tornati nel campo della valutazione della resa acustica del pianoforte, tema a lui molto caro. Come sempre, Gianni ci ha coinvolti in una girandola di considerazioni, commenti e racconti, frutto della sua notevole esperienza in anni di assistenza ai più prestigiosi concertisti.

Il pianoforte oggetto della lezione odierna è stato analizzato minuziosamente e misurato nei suoi principali parametri, per poter stabilire una procedura atta al miglioramento delle sue qualità acustiche. Ancora una volta Gianni ha coraggiosamente affrontato la regolazione dei tirfoni così da ridurre la pressione del telaio sulla tavola armonica, e ancora una volta abbiamo potuto avvertire un deciso cambiamento: il suono ne è risultato più pulito, di maggior durata e privo di disturbi.

A questo punto Gianni ha provveduto ad effettuare la regolazione della meccanica, resasi necessaria per la nuova condizione dell’assetto generale dello strumento. L’operazione ha richiesto tutta la giornata e si è protratta per tutta la sera e nelle prime ore del mattino successivo. Il risultato finale ha appagato gli ascoltatori, premiati dall’esecuzione dello Studio n. 3 dell’Opera 10 di Chopin da parte di Fabio Albertini, dopo la quale Gianni si è congedato accompagnato da una lunga serie di ovazioni.

 

Giovedì 14/09

Fabio Ognibeni, titolare della ditta Ciresa, leader nella produzione mondiale di tavole armoniche per pianoforti e Presidente del Comitato Organizzatore del prossimo Congresso di Europiano che si svolgerà a Cavalese nel maggio 2018, ha proposto una interessante relazione sulla fabbricazione del “cuore” del nostro strumento. A partire dalla definizione di Tavola armonica sono stati sciorinati i problemi che possono interessarla e le metodologie di intervento del tecnico (Filettatura, sostituzione, riprogettazione), per poi passare alla descrizione del suo diverso comportamento in funzione dell’evoluzione del pianoforte. Infatti, dal clavicembalo e dai primi “fortepiani”, privi di telaio e muniti di corde di piccolo diametro  sottoposte a scarsa tensione, si è passati a strumenti sempre più potenti e caricati, che hanno penalizzato la capacità vibrazionale della tavola mascherandone le qualità. Corredata da una carrellata di fotografie riguardanti le fasi di produzione, stoccaggio e trasporto, la relazione è stata apprezzata da tutti i presenti, che hanno tributato il giusto consenso al caro amico Fabio.

Nel pomeriggio Eugenio Galanti ci ha parlato dei risultati raggiunti dalla sua azienda, la Schulze Pollmann, nel campo della produzione di pianoforti. Il marchio è infatti conosciuto sia a livello nazionale che internazionale, e l’apprezzamento generale ne testimonia la qualità e l’impegno delle sue maestranze nel mantenere alto il livello produttivo. Nonostante parte della produzione avvenga in oriente, la rifinitura dei modelli più correnti e la totale fabbricazione delle serie più prestigiose continuano a svolgersi in Italia, che resta ancora uno dei paesi europei dove la tradizione pianofortara è ancora presente e viva.

La sera, dopo un ottimo aperitivo offerto dalla direzione dell’hotel, abbiamo assistito al concerto del pianista Francesco Grillo presso la Magnifica Comunità di Fiemme. Molto apprezzato da tutti, Francesco ha eseguito sue composizioni e brani di autori diversi, sempre con espressività e passione.

Venerdì 15/09

Lucia Bramante non è nuova ad interventi nei nostri convegni, vuoi per la sua innegabile competenza tecnica, vuoi per l’accidentale parentela con uno dei nostri membri: Lucia è infatti la moglie di Salvatore Tarantino, immarcescibile segretario AIARP! Il tema legato alla tassazione e ai doveri fiscali di ognuno di noi non può passare inosservato, e a tale scopo la presenza tra noi di Lucia porta lumi chiarificatori e richiami ai precisi adeguamenti imposti dalle normative ministeriali, come, per esempio, l’obbligo di disporre di apparecchiatura “POS” anche per gli artigiani che si recano presso le case dei clienti.

Ritroveremo ancora Lucia in futuro e, come oggi, la ringrazieremo dei suoi preziosi consigli, sperando che un sempre maggior numero di soci partecipi a questi incontri.

Dopo il pranzo, l’ultimo per quest’anno in quel di Cavalese, tutti pronti per la partenza, per la ripresa del proprio lavoro, senza mai dimenticare, però, il tempo trascorso tra amici in un clima sereno e di grande soddisfazione, circondati dalle montagne tra le più belle del mondo e dagli abeti che tanto hanno dato alla musica e ai suoi appassionati.

Gabriele  Di Nallo

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